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Detrazioni Fiscali sommerse dalla carta

Detrazioni digitali sommerse dalla carta. Non è un paradosso. Le nuove regole, in vigore dal 1° gennaio, che prevedono la possibilità dello sconto fiscale del 19% solo con pagamenti tracciati aumentando il carico documentale dei contribuenti.

Se si dovesse pagare la prestazione medica privata, per esempio con il bancomat, non basterà pinzare alla fattura lo scontrino fiscale rilasciato, ma anche la copia del pagamento Pos, perché il Fisco ha bisogno di una prova dello strumento tracciato utilizzato. Sono questi gli effetti pratici della norma contenuta nella legge di Bilancio 2019 (legge 160/19, G.U. 304/19, S.O. 45).

Non solo. Ogni spesa dovrà essere abbinata tra chi paga e chi usufruisce dello sconto fiscale. Stop dunque alla visita medica fatta dalla moglie ma pagata con la carta di credito che poggia sul conto del marito. In questo caso nessuno dei due potrà intitolarsi la detrazione.

«Al Caf bisognerà dare sia la fattura, sia lo scontrino. È necessario per fare l’abbinata e metterlo in detrazione. Ci stiamo accorgendo che i contribuenti non sono a conoscenza di tutte le possibili implicazioni di questa nuova disposizione», spiega a ItaliaOggi Giovanna Ventura, presidente Caf Cisl, «abbiamo chiesto dei chiarimenti all’Agenzia delle entrate. Temiamo che nel 2021, quando queste spese saranno presentate per le detrazioni, ci saranno dei buchi documentali e dovremo negare la detrazione ai contribuenti».

Secondo la presidente del Caf Cisl anche la troppa digitalizzazione non avrà vita facile con queste nuove regole. Il Fisco, in base alla norma, ha bisogno di sapere quale strumento tracciato è stato utilizzato per il pagamento di quella spesa detraibile, « se si paga con i pagamenti telefonici non ci sono le ricevute, come devono fare gli interessati? O anche nel caso di spese mediche private pagate con la carta di credito del figlio per conto della mamma, in questo caso non sarà possibile abbinare spesa a prestazione e quindi nessuna detrazione in dichiarazione».

Accanto allo scontrino fiscale e alla ricevuta, dunque, i contribuenti dovranno «pinzare» il giustificativo della spesa e ricordarsi che comunque questi documenti vanno conservati per cinque anni.

Un paradosso tutto italiano quello di spingere verso la digitalizzazione aumentando, però, oneri burocratici vecchia maniera, le ricevute di scontrini e giustificativi di spesa.

Le disposizioni sono quelle della legge di Bilancio, articolo 1 commi 679-680 che prevedono che la detrazione dall’imposta lorda nella misura del 19% degli oneri spetta a condizione che l’onere sia sostenuto con versamento bancario o postale ovvero mediante altri sistemi di pagamento tracciabili. Sono previste delle esenzioni per medicine, dispositivi medici ma non per tutte le spese mediche sopratutto quelle in regime privatistico.

 

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